Sono stati stabiliti contatti con il Dott. Franco Caputi, dell'Ospedale San Filippo Neri di Roma, che opera pazienti affetti da torcicollo spasmodico con una tecnica di denervazione selettiva, che in casi specifici e previa accurata selezione dei pazienti, si dimostra in grado di ottenere risultati positivi. Di seguito una breve scheda sulla metodica.
Il torcicollo rappresenta una condizione patologica controversa, inquadrabile nel campo delle distonie. L'origine è controversa ma sicuramente dobbiamo considerare due possibilità: una lesione del sistema extrapiramidale, l'altra, un processo irritativo dell'11º nervo cranico con manifestazioni distoniche di tipo focale.
L'origine extrapiramidale è inequivocabile quanto si rilevino lesioni striatali che possono essere di tipo encefalitico, vascolare o degenerativo. La seconda possibilità si realizza come una distonia focale per un processo irritativo dell'11º nervo cranico. Questa eventualità è stata descritta già nel 1981 e trattata con la decompressione microchirurgica dell'11º nervo cranico.
Si da attualmente poco credito ad un'origine "psicogena" mai dimostrata. Attualmente il torcicollo tende ad essere inquadrato come una distonia segmentaria, secondo alcuni, almeno in qualche caso, la prima manifestazione di distonia musculorum deformans.
La diagnosi avviene sulla base della clinica ed è supportata dallo studio elettromiografico, principalmente rilevando la mancanza d'inibizione reciproca tra i muscoli sterno cleido mastoideo dei due lati. Le immagini di per sé non sono diagnostiche, ma rilevano le anomalie posturali e le contratture indotte dalla malattia.
Al di là del danno estetico, ne risulta un coinvolgimento di tutto lo scheletro nel tentativo di mantenere l'orizzonte visivo e dolore per le contratture indotte dallo spasmo e la torsione abnorme delle vertebre cervicali e talora anche toraciche.Il trattamento con psicofarmaci serve soprattutto da supporto. Il trattamento di prima linea è innanzitutto quello con la tossina botulinica, che però non sempre comporta un miglioramento adeguato. In uno studio multicentrico si ha solo il 50% di miglioramento sulla linea di base in appena il 38% dei pazienti trattati a quattro settimane dal trattamento. Peraltro, il 15% dei pazienti non risponde affatto, sia che si tratti della tossina di tipo A che di tipo B, e sviluppa anticorpi.[1]
C'è comunque un'ampia evidenza nella letteratura medica sul trattamento chirurgico del torcicollo a cominciare da uno dei padri della neurochirurgia: H. Cushing. L'intervento fu poi ripreso da McKenzie che del trattamento del torcicollo fece uno dei suoi maggiori campi d'interesse nell'Università di Toronto. [2]
Qualche anno più tardi, Nashold, che aveva trascorso un periodo di studio all'Università di Toronto, di ritorno alla Duke University , negli Stati Uniti cominciava a trattare il torcicollo mediante denervazione selettiva intradurale dello sterno cleido mastoideo e talora del trapezio. Rifacendosi all'esperienza di McKenzie ha descritto la rizotomia selettiva intradurale delle radicelle dell'11º nervo cranico dirette allo sterno-cleido-mastoideo ed al trapezio. Altri autori giapponesi, seguendo l'esperienza di Jannetta, pubblicarono nell'88 sette casi su di un totale di 22 pazienti esaminati in cui il torcicollo era chiaramente dovuto ad un conflitto vascolare.[3]
Su di un altro fronte, sulla base dell'esperienza e dei miglioramenti dell'elettrofisiologia clinica, si è diffusa la pratica della stimolazione corticale cerebrale profonda mediante elettrodi. Tale attitudine far riferimento alla possibilità di condizionare il sistema extrapiramidale ed i movimenti del collo inibendo gli impulsi motori anomali e facilitando quelli "normali".[4]
Noi pratichiamo la micro decompressione vascolare di eventuali conflitti vascolari dell'11º con denervazione selettiva intradurale dello sterno cleido mastoideo mediante sezione delle radicelle nervose dirette al muscolo ed identificate mediante stimolazione elettrofisiologica. Presentiamo qui le immagini di alcuni pazienti trattati con questa metodica.
Paziente n.1 dopo l'intervento |
Paziente n.1 prima dell'intervento |
Paziente n.2 dopo l'intervento |
Paziente n.2 prima dell'intervento |
Paziente n.3 dopo l'intervento |
Paziente n.3 prima dell'intervento |
Paziente n.4 dopo l'intervento |
Paziente n.4 prima dell'intervento |
Paziente n.4 prima dell'intervento |
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